Sabato 7 maggio 2022 ore 18.00

Chiesa del Cristo – Rovigo

LE  SUITES PER VIOLONCELLO DI J.S. BACH

Kiara Kilianska, Giacomo Furlanetto, violoncello

Ritorna Aspettando Rovigo Cello City: tre appuntamenti primaverili, affidati a promettenti allievi delle classi di violoncello del Conservatorio di Rovigo, come apripista del festival violoncellistico di fine estate organizzato dalla centenaria Associazione Musicale Francesco Venezze, che negli anni ha saputo portare l’attenzione del pubblico, anche internazionale, sulla scuola violoncellistica rodigina, e più in generale sul fascino di questo strumento, dalla voce così duttile ed umana, pilastro portante di ogni orchestra e di tante formazioni cameristiche, ma anche voce solista dalle mille risorse, e proprio per questo capace di evocare le meditazioni solitarie di un’anima che si confronta con se stessa e con il mondo. Sono state proprio le Sei Suites per violoncello solo di Johann Sebastian Bach a portare in scena questo strumento come solista, con la prepotenza della loro sovrumana bellezza. Eppure non è stato così immediato il riconoscimento del loro ruolo di svolta nella considerazione del violoncello, che fino a quel momento era stato soprattutto il vigoroso uomo di fatica, a cui era affidato il basso continuo. Lo stesso Robert Schumann si era convinto della necessità di comporre un accompagnamento pianistico per le Suites, come se questa musica non sapesse reggersi da sola, ma fosse una sorta di palestra per esercitare i violoncellisti, e prepararli ad altro, non certo alla voce solitaria e comunque autosufficiente del proprio strumento. È stato Pau Casals, il grande violoncellista catalano, ad imporre queste gemme all’attenzione del pubblico internazionale. Fu a Londra che le suonò per la prima volta, e fu davvero un battesimo, come scrisse Edward Speyer, presente all’evento: “La suite di Bach soggiogò gli ascoltatori perché Bach, che fu interpretato con la massima fedeltà al classicismo della sua opera, fu anche eseguito con una completa spontaneità di sentimento, che non aveva niente a che vedere con il secco e inanimato stile con cui i puristi avevano voluto farci credere che si dovesse suonare.” Un compendio d’arte totale, che ancora oggi, dopo tanti ascolti, ogni volta ci lascia spiazzati per l’emozione.